Raccontare di sé

L’autobiografia è un genere letterario ma non solo, è anche un grande strumento nella scrittura del benessere.
Spesso nei percorsi di scrittura terapeutica si inizia dal frammento per arrivare poi all’autobiografia che diventa così un percorso di autoconsapevolezza. Se nel frammento andiamo a cercare l’immediatezza, nell’autobiografia ci muoviamo in retrospettiva, andiamo a ricostruire la nostra storia, magari anche mettendo sale sulle ferite che ancora sanguinano, ma nulla può aiutare come far diventare se stesso un personaggio con pregi ma anche con molti difetti.
Con questo tipo di scrittura andando a ritroso nella nostra vita, possiamo tentare di eliminare dal nostro inconscio il vittimismo, ciò che ci fa sentire sfortunati e continua a crearci alibi per poter continuare a fare errori indisturbati. Il dover necessariamente ripercorrere episodi e incontri della nostra vita potrebbe aiutarci a mettere anche il nostro dolore nella giusta prospettiva. A questa punto la scrittura diventa propedeutica al dolore e alla sofferenza.
La scrittura autobiografica è fatta di memoria, ricordi, incontri e consapevolezza.
raccontare di sé
La scrittura autobiografica è fatta di memoria, ricordi, incontri e consapevolezza.
La scrittura autobiografia in scrittura terapeutica è un po’ diversa dell’autobiografia come genere letterario, qui il nostro impegno deve essere prima di tutto quello di non bluffare, prenderemmo in giro noi stessi, possiamo scegliere gli episodi da ricordare e mettere su carta, certo la nostra memoria siamo noi, nessuno potrà mai accusarci di mentire, ma se lo facciamo per ritrovare il nostro benessere perduto è un impegno verso noi stessi.
La retrospettiva, il percorrere passo dopo passo alcuni episodi della nostra vita per noi fondamentali nella formazione del nostro malessere, ci fa diventare attori principali della nostra vita, anche se spesso ci siamo sentiti quasi spettatori della nostra vita, estranei a noi stessi.
Come possiamo cominciare a mettere su carta noi stessi?
Il frammento è un ottimo inizio senza dubbio. Cominciamo con il dire che cosa si intende per frammento. L’aforisma, la massima o semplici pensieri sono frammenti. In medicina narrativa diventano strumenti di approccio alla scrittura, a volte non essere costretti a scrivere cose di senso compiuto facilita il rapporto con il foglio e la penna.
In questo caso andiamo a scrivere pensieri, piccole poesie che tirano fuori le nostre emozioni immediate, ma solo se non è un esercizio fine a se stesso ha valore la scrittura del frammento. Il frammento per diventare scrittura del benessere deve essere necessariamente emozionale. E qui si va alla scrittura emozionale che è un percorso dentro se stessi.
Quando si scrive il pensiero diventa materia, diventa qualcosa di tangibile, lo incarni, lo fai nascere gli dai vita. Un testo scritto diventa fruibile da chiunque lo voglia leggere, smuoverà meccanismi interiori di chi non sa chi sei, conosce di te solo quel nome impresso sulla copertina. Per delineare meglio questo concetto, può essere utile rifarsi al paradosso del cambiamento di Arnold. Besseir: «Il cambiamento avviene quando una persona diventa ciò che è, non quando cerca di diventare ciò che non è». In scrittura evolutiva è fondamentale cercare il cambiamento, è lo scopo primario del percorso che vai ad intraprendere.  Per diventare ciò che sei realmente, devi nascere di nuovo. E il percorso di scrittura evolutiva ti permette di dare al te stesso personaggio le caratteristiche del tuo io più vero. A questo punto inizia una rinascita, rileggerti sarà un vero e proprio segno di riconoscimento. Smetterai di nasconderti e inizierai un percorso di rinascita. Tirerai fuori il coraggio di essere davvero quello che sei interiormente, in questo modo il grande conflitto interiore che ti fa vivere male, comincia ad attenuarsi e la coscienza di te attraverso il te personaggio, diventa veramente propedeutico al disagio interiore che ti tormenta. La ricerca del vero te stesso che ti abita è il primo passo da fare e anche quello più difficile, è facile vedere pregi e difetti negli altri, ma guardare se stessi è una cosa quasi impossibile, in genere abbiamo due tipi di atteggiamenti: o molto critici verso noi stessi fino ad arrivare all’auto distruzione della fiducia in noi stessi, o al contrario un comportamento vittimistico che ci fa sentire vittime di tutto e di tutti. Il te stesso personaggio in questo senso riesce a fungere da maestro cercatore, scrivendo, tracciando profili, atteggiamenti, caratteri, modi di approcciarsi alla vita puoi finalmente far uscire fuori quell’Io che si nasconde perfettamente.
Nella struttura della psiche il maestro, il saggio è l’archetipo che rappresenta il dio dentro di noi, è la parte di noi che sentiamo più nostra, la nostra massima aspirazione è quello che vogliamo diventare. Il saggio, il maestro fa dono di qualcosa, in questo caso può donarci la conoscenza del nostro vero io. Quindi, oltre a fare da guida ci propone la migliore versione di noi stessi. E la scrittura può diventare il nostro archetipo saggio che ci mostra non chi siamo agli occhi del mondo, ma chi siamo davvero e soprattutto chi vogliamo diventare.
A volte si è in una situazione difficile a livello emozionale e quindi pensare di scrivere un’autobiografia può essere troppo gravoso e azzardato, anche perché un’autobiografia è un genere letterario, ha delle regole da seguire, una certa capacità di scrittura, ma soprattutto ci permette di scegliere quale parte della nostra vita sceneggiare.
Scrivere un testo di senso compiuto con un inizio, uno svolgimento e un finale a livello inconscio è più semplice, per noi scrivere è creare qualcosa di compiuto. Nel frammento il percorso diventa impervio, ma spesso molto importante per il terapeuta perché mettere su carta un pensiero, una sensazione, una suggestione in maniera estemporanea può rivelare molto di più di un testo ragionato di senso compiuto.
Nel frammento è più semplice far uscire fuori una scrittura emozionale proprio per il suo carattere di estemporaneità. Nella scrittura di un frammento viene fuori la nostra parte meno razionale, è una scrittura per immagini per mette in gioco i cinque sensi (stimoli auditivi, gustativi, olfattivi, tattili, visivi), di sensazioni intense che vanno a toccare la sensibilità e la fragilità umana.
La scrittura riflessiva invece va a toccare la parte più razionale di noi e si affida ai concetti piuttosto che alle immagini. In genere è usata nella saggistica, nei trattati e molto meno nei frammenti e fiction. Si tratta di una scrittura razionale che in narratologia terapeutica si cerca di evitare. Lo scopo della scrittura è far scorrere fuori le emozioni che ci bloccano. Quando il frammento diventa una riflessione esistenziale o filosofica diventa scrittura riflessiva, il frammento per avere un valore in scrittura del benessere deve essere emozionale, deve ragionare per immagini e scaturire dalla penna senza pensarci troppo. .
La sceneggiatura della nostra vita è un percorso ad ostacoli, se decidiamo di non bluffare ovviamente.
Se il tuo percorso per ritrovare il benessere, passa dall’autobiografia, deve avere delle caratteristiche specifiche: deve ordinare, deve formare, trasformare, risanare, interrogare, liberare e svelare.
Deve fare evolvere e portare verso un cambiamento in positivo.
Certo nessuno ci impedisce di scrivere un’autobiografia romanzata, ma in questo caso diventiamo scrittori di fiction. Se lo scopo dell’autobiografia o del frammento è evolutivo, deve esser necessariamente un percorso, forse doloroso, all’interno della nostra anima.

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Category: Scrittura

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