Cosa fare concluso il manoscritto? Ecco come muoversi nel mondo dell’editoria
Ogni autore, soprattutto se esordiente, arriva sempre a un punto di stallo, dove è necessario decidere cosa fare. Questo grande dilemma avviene in un momento specifico: quando il manoscritto è considerato finito. Che fare? Si aprono ora due possibilità: rivolgersi a una casa editrice o scegliere l’autopubblicazione. Ecco tutto ciò che bisogna sapere riguardo a tale decisione.
Cosa fare concluso il manoscritto? Le case editrici
Se si vuole a tutti i costi essere notati da una casa editrice, bisogna seguire alcune regole. In particolare il primo dettaglio a cui fare attenzione è proprio la scelta dell’editore. In Italia ne esistono più di seimila e la tattica di inviare a più case possibili il proprio manoscritto è di certo sbagliata. Ognuna è diversa, a sé stante, con un’identità riconoscibile dal catalogo e dalla presentazione dei titoli pubblicati. Perciò è fondamentale studiare le tali caratteristiche e capire se esse combaciano con il manoscritto da proporre. Il primo passo è dunque un’attenta ricerca del mercato a cui ci si vuole rivolgere, quello editoriale, per evitare di sprecare tempo e risorse nell’invio del manoscritto a case editrici chiaramente non interessate. Allo stesso tempo è bene andare oltre alla ristretta cerchia di marchi conosciuti da tutti e scoprire anche piccole realtà più interessate al progetto e più facili da intercettare.
Infine quasi tutti gli editori hanno un sito web dove pubblicano le direttive che gli autori devono seguire per poter inviare i loro manoscritti, prima tra tutte la email di riferimento. Si rivela di fondamentale importanza attenersi scrupolosamente ad esse per non perdere l’opportunità di pubblicazione. Vediamo dunque quali sono gli elementi che non devono mancare nella presentazione di un manoscritto.
La lettera di presentazione
Mettiamo subito in chiaro un tema: una email senza contenuto, riempita solamente dall’allegato con il manoscritto verrà subito cestinata. Si tratta di una pessima presentazione che rivela una scarsa attenzione e un basso interesse per la casa editrice a cui ci si sta rivolgendo. Allo stesso modo, anche una lettera lunga, fredda, asettica e chiaramente standard non è solitamente vista in maniera positiva.
La lettera di presentazione serve per attirare l’attenzione di chi valuterà in modo professionale il manoscritto. Nonostante sia spesso sottovalutata è uno strumento prezioso per gli esordienti perché in poche righe devono descrivere il proprio lavoro in maniera completa ed esaustiva, dando anche un tocco di originalità e personalità. Oltre alle informazioni personali, comprendenti le esperienze editoriali e il percorso professionale, è bene che emerga anche il motivo del contatto: perché è stato scelto proprio questo destinatario? In brevi e semplici frasi bisogna dimostrare di conoscere la casa editrice e apprezzarla, sottolineando i motivi che portano il proprio manoscritto a essere perfetto per lei. Contenuti e stile devono dunque manifestare una viva curiosità, insieme al carattere personale dell’autore.
La sinossi
Eppure quasi tutte le case editrici, anche se convinte dalla lettera di presentazione, non si getteranno sulla lettura completa del manoscritto. Prima è necessario capire di cosa parla, avere un’idea del lavoro complessivo. Per questo esiste la cosiddetta “sinossi”, ovvero il riassunto della trama e degli elementi principali della storia. Una sorta di biglietto da visita del manoscritto che permette all’editore di capire se è interessato o meno.
Solitamente della lunghezza di una cartella circa, contiene le informazioni spazio-temporali, lo svolgimento degli eventi, il comportamento dei personaggi e la loro caratterizzazione, ma anche il finale. Quest’ultimo è particolarmente importante poiché l’obiettivo della sinossi non è creare suspense, ma dare una visione completa del lavoro. In circa duemila battute infatti si deve riassumere il libro in modo sintetico, esaustivo e ordinato, presentare la storia dall’inizio alla fine in modo lineare, logico e obiettivo. Dunque: concentrarsi sul nucleo della narrazione con uno stile tecnico, evitando infrazioni creative e omettendo i dettagli secondari.
Altre informazioni
Inoltre è bene fornire qualche informazione in più su di sé e la propria carriera. Alcune righe brevi e oneste che illustrino i propri interessi letterari e le tappe fondamentali del passato, come la partecipazione a concorsi nel campo o la pubblicazione di altri testi. Una sorta di inquadratura preliminare che sottolinei eventualmente anche la mancanza di esperienze precedenti: è necessario sapere per un editore se ha davanti un totale esordiente. Infine non bisogna dimenticarsi dei contatti, come email e numero di telefono, strumenti che la casa editrice usa per aprire un dialogo con l’autore in caso di interesse. Ora che la presentazione è completa, è il momento di allegare il manoscritto, spesso richiesto con estensione DOC o DOCX.
Cosa fare concluso il manoscritto? Il self publishing
Un’altra soluzione è il self publishing. Tale decisione può essere presa o sin dall’inizio o dopo numerosi rifiuti da parte delle case editrici. Qualunque sia il motivo, prima della vera e propria pubblicazione sono necessari diversi passaggi: un manoscritto non è pronto appena viene scritta la parola “fine” dall’autore. Di tali fasi, in assenza di una casa editrice, deve occuparsi lo stesso scrittore. Ecco dunque cosa fare concluso il manoscritto prima di caricare il file su una piattaforma.
L’editing
Anzitutto è necessario riguardare il testo con l’aiuto di un professionista: ci sono sempre errori o refusi da scovare ed è importante che lo faccia un occhio esterno perché chi ha lavorato per mesi o anni sullo stesso testo ne è assuefatto. No, neanche gli amici vanno bene: oltre a non avere competenze specifiche e non conoscere il mondo editoriale, spesso preferiscono il complimento alla completa sincerità. Serve un occhio critico esperto che guardi il lavoro con distacco. Certo, il costo del servizio di editing può essere alto, ma ne vale la pena. Tutti gli scrittori, anche i più famosi, hanno un editor poiché si tratta di una figura competente che revisiona il testo a ogni livello, grammaticale, sintattico e strutturale.
La piattaforma di distribuzione
Una volta scevro da errori o refusi, il testo è pronto per essere pubblicato. Anche di questo passaggio deve occuparsi l’autore, che non ha ora alle spalle una casa editrice che lo faccia al suo posto. Esistono numerose piattaforme per il self publishing. La più conosciuta tra di esse è sicuramente Amazon KDP (Kindle Direct Publishing), che assicura un mercato vasto e offre un alto numero di servizi. Il formato più scelto per la pubblicazione in “self” è il digitale, in particolare l’Ebook con estensione ePub o PDF, è possibile anche utilizzare l’opzione del Print-On-Demand, ovvero la stampa cartacea. Infine, un formato che si sta molto diffondendo negli ultimi anni è quello dell’audiolibro, apprezzato da sempre più lettori. Difficile che un esordiente si affidi a tale possibilità, ma se venduto bene un servizio del genere potrebbe suscitare l’interesse di potenziali acquirenti.
Il piano di marketing
Infine manca solo un passaggio: la promozione. Non basta inserire il libro su una piattaforma per vendere tante copie! Serve che il target di riferimento conosca l’opera e il suo autore e ne sia interessato. Tutto ciò può avvenire solo grazie a un’attenta campagna promozionale attraverso gli innumerevoli strumenti messi in campo dal digitale. Una soluzione è investire dei soldi in sponsorizzate per migliorare il proprio posizionamento sulla piattaforma. Con un’ottima ricerca di mercato si intercettano i lettori potenzialmente interessati. Ma è particolarmente efficace anche l’uso dei social network, sia per promuovere il libro, sia per trovare influencer che lo consiglino al proprio pubblico.
Katia Tenti. Copyright © 2022 All rights reserved.
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